Sorriso Amico centro assistenza domiciliare

Sorriso Amico
Indirizzo: via Marchese Visconti 4 - 10147 - Torino (Torino) - Italia
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Telefono:011 - 19923983
Cellulare:393 - 7842857
Attività svolta:centro di assistenza domiciliare
Zone di operatività:Torino e provincia
Lingue parlate:Italiano

Sorriso Amico nasce nel 2001 con lo scopo di aiutare le persone che soffrono e che hanno nessuno al quale rivolgersi per i piccoli e grandi problemi quotidiani.
Oltre ai servizi abitualmente forniti, Sorriso Amico provvede, sempre attraverso personale qualificato, a risolvere quelle piccole incombenze quotidiane che spesso rappresentano un problema per gli anziani: bagni, docce, manicure e pedicure; in poche parole tutto quanto concerne alla cura ed all'igiene degli anziani. Questo anche al fine di evitare quei rischi, come le cadute a seguito di un bagno od una doccia, che talvolta possono determinare conseguenze fatali nel medio termine.

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Attraverso personale particolarmente qualificato (O.S.S. Operatore Socio – Sanitario, figura che fornisce aiuto alle attività infermieristiche e tecnico – sanitarie pur non essendo infermiere professionale), Sorriso Amico riesce a soddisfare le esigenze più varie: igiene intima della persona, assistenza domiciliare diurna e notturna a persone malate, disabili od anziane, assistenza ospedaliera diurna e notturna a soggetti malati, disabili od anziani, supporto ed aiuto all'ammalato nell'alimentazione e nelle quotidiane esigenze; il tutto sempre con un grande sentimento di amicizia, condizione indispensabile per stabilire quella familiarità che necessariamente deve caratterizzare un ruolo, solitamente definito di badante, così richiesto ai giorni nostri.


Sorriso Amico si avvale non di semplici badanti ma sempre di figure professionali ben definite in grado di fornire un qualificato aiuto fisico e psicologico nei bisogni quotidiani di anziani portatori di handicap e/o malati cronici.
Per quanto concerne l'assistenza domiciliare ed ospedaliera con personale qualificato O.S.S., Sorriso Amico è in grado di assistere in maniera estremamente efficace anche malati di Parkinson ed Alzheimer garantendo un'assistenza completa.

Sorriso Amico affianca gli anziani anche per piccoli servizi quali la spesa quotidiana, l'accompagnamento a visite mediche, passeggiate e compagnia domiciliare; a questo proposito occorre ricordare che, più spesso di quanto si creda, gli anziani sono affetti da una patologia che si chiama solitudine, un problema fortunatamente risolvibile attraverso una adeguata compagnia, quella appunto offerta dagli esperti di Sorriso Amico.

Il servizio di Sorriso Amico viene effettuato quotidianamente da un minimo di 4 ad un massimo di 12 ore anche attraverso la prenotazione per periodi di festa ed estivi.

La reperibilità di Sorriso Amico è di 24 ore al giorno.

 

APPROFONDIMENTI:

 

Che cos'è l'Alzheimer?

Si tratta di un morbo degenerativo che rientra nei cosiddetti BPSD, i ''Behavioral and Psychological Symptoms of Dementia'', disturbi psicologici e comportamentali che compaiono nella maggior parte dei pazienti durante il corso della malattia di Alzheimer così come di altre forme di demenza.

I disturbi più comuni sono agitazione, apatia marcata, modificazioni dell'appetito, alterazioni del pensiero ed ansietà; spesso includono aggressività, azioni ripetitive ed afinalistiche, tendenza alla fuga, girovagare senza meta, depressione, sospettosità ed accuse/deliri, allucinazioni visive ed uditive e mancanza del sonno notturno.
Le cause sono molteplici, solitamente correlate con fattori genetici, stress, eccessiva stimolazione, variazioni nell'ambiente e malattie e disturbi intercorrenti.
Assistere un malato di Alzheimer presenta problematiche e rischi elevati che vanno ben oltre l'immaginazione; lo stress, infatti, influenza rapidamente il sistema immunitario indebolendo l'organismo e facilitando lo sviluppo di patologie permanenti oltre ad un invecchiamento precoce e, per ultimo, un decesso prematuro.
Le seguenti raccomandazioni sono dirette ai familiari di malati di Alzheimer, i primi a poter essere vittime dello stress ossidativo causa di un'infiammazione dell'organismo e successiva, accresciuta, vulnerabilità; certo possono apparire banali consigli ma, in realtà, sono sostenute da conoscenze scientifiche e divulgate dall'Agenzia Federale Americana per la Salute e dal National Institute on Aging, l'organismo statunitense preposto a sostenere la ricerca nella malattia di Alzheimer.

Innanzitutto la cura di se stessi e cioè:
- chiedere aiuto quando se ne ha bisogno;
- fare numerose pause nel corso della giornata;
- trascorrere del tempo con gli amici;
- conservare ad ogni costo hobbies ed interessi;
- praticare una regolare attività fisica;
- seguire un regime alimentare regolato e sano.

Poi la consapevolezza che vi è nulla di strano nel chiedere aiuto, nel rendersi conto, cioè, che fare tutto da soli sia assolutamente impossibile quanto sconsigliabile; pensare che nessuno sia in grado di sostituirvi è uno degli atteggiamenti peggiori poiché dimostra di non rendersi conto della pericolosità dell'accumulo dello stress, estremamente nocivo alla salute.
Assistere una persona con decadimento cognitivo, demenza od Alzheimer implica necessariamente un forte impegno mentale unito alla presenza fisica; questo per sfuggire a sentimenti negativi quali scoraggiamento, tristezza, solitudine e frustrazione.

Ripetetevi, pertanto che:
- state facendo del vostro meglio:
- ciò che fate sarebbe arduo per chiunque;
- non siete perfetti, certo, ma andate bene così;
- i comportamenti ed i problemi del malato sono dovuti alla patologia, non a quello che faccio;
- se la cosa diventerà più ardua e pesante, chiederò un aiuto professionale.

Il malato di Alzheimer ha bisogno di un'assistenza continua, occorre pertanto aiutarlo a lavarsi, vestirsi, mangiare, uscire ed anche a muoversi all'interno della propria abitazione; una pressione, fisica e psicologica, continua nei confronti del famigliare che si trova incessantemente coinvolto e pertanto ad estremo rischio di quanto precedentemente descritto. Conoscere ed essere informati sulla malattia ed il suo evolvere è molto importante per capire il comportamento della persona malata, permette d'individuare il vero problema e capire come intervenire in aiuto all'anziano. La comunicazione affettiva e l'empatia (l'amore, la dolcezza, il voler bene, il sorriso, la gentilezza) sono essenziali per mantenere un rapporto con l'ammalato.

Purtroppo, per la cura della morbo di Alzheimer non vi sono farmaci in grado di guarire, ma solo di rallentarne l'avanzamento e di ridurre alcuni sintomi come, ad esempio, l'aggressività, l'ansia, i deliri, le allucinazioni, la depressione ed i disturbi del sonno.
La perdita della memoria, poi, accompagna gli altri sintomi; il malato, pertanto, finirà per rammentare cose accadute tanti anni fa per scordare poi quanto successo pochi giorno od ore prima; rammentare sempre che si tratta di una persona gravemente malata, conservare pazienza e tranquillità diventano così i punti di forza per vivere, il meglio possibile, ogni giorno di assistenza.

Un'altra drammatica caratteristica dei pazienti afflitti dal morbo di Alzheimer è la perdita progressiva della capacità di capire la lingua, sia nella forma parlata che scritta; fanno, cioè, fatica a trovare le parole giuste, si sbagliano, fanno confusione con le parole rendendo così difficile, se non impossibile, qualsiasi comunicazione.

Assistere implica pertanto capire quali siano i bisogni ed i desideri del malato e per facilitarlo nella comunicazione deve:
- mantenere pazienza, calma e serenità;
- posizionarsi frontalmente cercando di capire cosa voglia dire;
- non criticare o deridere se il paziente commette errori;
- guardarlo sempre negli occhi;
- verificare che non abbia qualche esigenza fisica;
- non urlare od usare toni alti per non spaventarlo;
- cercare di interpretare i gesti;
- capire l’espressione del viso.

L'assistenza, ovviamente, investe anche le operazioni di igiene personale di soggetti che possono non riuscire a tenere in mano il sapone, non ricordare a cosa serve, non riuscire ad aprire e chiudere il rubinetto; in un contesto estremamente problematico, il paziente può così perdere interesse per cura e pulizia del corpo. Può avere addirittura paura dell'acqua o di cadere nella vasca e pertanto l'atteggiamento dell'assistente deve:
- mantenere calma e pazienza;
- rendere sicuro il bagno con accessori idonei;
- verificare la temperatura dell'acqua;
- rendere piacevoli le operazioni di igiene personale;
- usare saponi profumati;
- usare asciugamani morbidi ed operare con dolcezza.

Un'altra occasione quotidiana di notevole difficoltà è quella dei pasti; il malato di Alzheimer può infatti scordarsi di mangiare o bere oppure non si ricordarsi di aver già mangiato. Talvolta, poi, non è in grado di tenere in mano la forchetta od il cucchiaio; la masticazione diviene problematica e può essere accompagnata da mancanza di deglutizione. In queste condizioni tutt'altro che rare occorre:
- preparare alimenti graditi all'ammalato;
- farlo sedere correttamente e comodamente;
- non sgridarlo se si sporca mangiando;
- ricordare di somministrargli quotidianamente almeno 8 bicchieri di acqua;
- fornirgli possibilità di scelta, per esempio: ''preferisci un toast o delle uova?'' è meglio di ''cosa vorresti mangiare?'' o di ''E' ora di pranzo.''

I malati di demenza possono non riconoscere il posto dove si trovano, come la propria abitazione o la strada dove abitano e magari percorrere chilometri per poi perdersi; a questo punto è indispensabile prevenire possibili fughe dall'abitazione o dal luogo di ricovero.
Alcuni anziani malati di demenza hanno difficoltà a dormire e restano, pertanto, svegli ed agitati; hanno poi difficoltà a distinguere il giorno dalla notte.

In un recente studio condotto dal Censis, si riscontra una realtà drammatica: in genere è di sesso femminile, spesso una figlia, ad assistere il malato di Alzheimer sette giorni su sette, sovente per oltre 5 anni; oltre l'87% dichiara di provare spossatezza, il 53% non dorme più in maniera soddisfacente, il 43% soffre di depressione, il 31% ha subito cambiamenti sostanziali del peso, il 20% ha dovuto ricorrere a farmaci antidepressivi ed ansiolitici per sopportare una condizione insopportabile di disagio psicologico.

 

 

Consigli a chi assiste un malato di Parkinson

Negli ultimi anni, nei Paesi industrializzati, la durata della vita media si è sensibilmente allungata ma, nel contempo, si è avuto un forte incremento delle patologie croniche di cui fa parte il Morbo di Parkinson; gli effetti caratteristici delle patologie croniche sono l'affrontare i problemi psicologici e sociali, il continuo adattamento ai cambiamenti nonché l'influenza su tutta la famiglia.

La mancanza di indipendenza nella vita quotidiana, la difficoltà o talvolta la completa impossibilità a svolgere le funzioni ormai acquisite come semplici e scontate, quali vestirsi e lavarsi, sino a non riuscire più ad impegnarsi in attività sociali e di svago; queste sono solo alcune delle privazioni che il malato di Parkinson deve affrontare quotidianamente nella speranza non di guarire ma bensì di contenere l'avanzamento del morbo.

La perdita progressiva della mobilità, dell'autonomia e delle facoltà mentali sono le sindromi parkinsoniane che minacciano, in un crescendo progressivo, la qualità della vita del malato di Parkinson; a questo punto l'obiettivo principale è la salvaguardia della sua autonomia, da agevolare seguendo alcuni metodi semplici:
- evitare box doccia privi di fondo antiscivolo ed applicare corrimano nel bagno;
- applicare corrimano anche nella camera da letto avendo cura di evitare mobili con rotelle;
- non aiutare direttamente il paziente parkinsoniano intervenendo solo quando è assolutamente necessario;
- alla luce di un movimento fisico decisamente compromesso, far indossare al malato parkinsoniano capi di abbigliamento comodi e semplici, magari con elastici al posto dei bottoni;
- durante i pasti è indicato l'utilizzo di piatti con il bordo rialzato e di cannucce per bere;
- mettere a disposizione del malato di Parkinson bastoni per sostenerlo durante gli spostamenti all'interno od all'esterno dell'abitazione;
- scendere e salire le scale lateralmente utilizzando un bastone.

Il Morbo di Parkinson è caratterizzato da 3 sintomi classici: tremore, rigidità e lentezza dei movimenti.; la terapia riabilitativa risulta di estrema rilevanza quando il paziente parkinsoniano accusa una riduzione dell'attività motoria anche per tentare di prevenire un suo ulteriore peggioramento. Infatti, a causa del movimento sempre più compromesso dall'avanzata della malattia, il paziente parkinsoniano sprofonda lentamente in una pericolosa condizione sedentaria; per spezzare questo ciclo vizioso è indispensabile una terapia riabilitativa motoria da praticare quotidianamente.

Una delle difficoltà dei pazienti parkinsoniani è iniziare un qualsiasi movimento in maniera automatica e di mantenerlo costante; a questo proposito, l'utilizzo del tapis roulant si è dimostrato di fondamentale importanza al fine di mantenere, se non addirittura migliorare, le caratteristiche del passo in fatto di lunghezza e velocità.
Logicamente, la fase iniziale della malattia è quella maggiormente indicata per cominciare la fisioterapia, che deve comunque essere mantenuta nel tempo.

L'assistenza infermieristica ai pazienti affetti da Morbo di Parkinson è varia ed include l'assistenza diretta e di supporto; l'infermiere assume, quindi, una serie di molteplici ruoli, di sostegno, di monitoraggio, di educazione e consiglio affiancando validamente la famiglia che si fa carico, quotidianamente, di gran parte della “gestione” della malattia.

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