Spagna, grandi miglioramenti 14-08-2014

Pil ed occupazione. Credibile un +1,5% anche a fronte di 400.000 nuovi posti di lavoro.

14-08-2014

Spagna, grandi miglioramenti

La Spagna pare essersi ripresa molto bene dalla crisi che, forse in misura superiore rispetto all'Italia, la aveva attanagliata.

L'ottima crescita del Pil nei primi 6 mesi dell'anno fa ben sperare in un +1,5% a fine Dicembre mentre la notizia circa la creazione di 400.000 nuovi posti di lavoro sottolinea una forte ripresa in atto.
La Spagna è stata in grado di ridurre fortemente la spesa pubblica in misura superiore a 3 punti di Pil e l'industria automobilistica produrrà nel 2014 2.400.000 veicoli mentre la Fiat in Italia solo 700.000.

Occorre però ricordare che il governo spagnolo di destra non si è sottomesso alla Merkel né alla Bce di Draghi decidendo autonomamente e, sotto molti aspetti, in maniera addirittura antitetica a quanto i nuovi tiranni d'Europa avrebbero voluto.

Tanto per cominciare sono state abbassate le imposte sia alle famiglie che alle imprese senza poi contare il mancato aumento, contro il volere di Bruxelles e Fmi, dell'Iva.
La Spagna abbasserà quest'anno l'Irpef dell'8% e fra 2 anni del 12,5%.
Gli scaglioni fiscali si ridurranno passando da 7 a 5 e per i cittadini meno fortunati l'aliquota calerà dal 24% al 20% attuale sino al 19% nel 2016.
Anche i più agiati, però, saranno fatti oggetto di attenzioni (non quelli dell'italiana equitalia, naturalmente) e la loro aliquota verrà abbassata addirittura dal 52% al 45%.

Lo scopo è quello di attrarre in Spagna soggetti professionalmente e finanziariamente significativi e pertanto utili al Paese.

In Italia, al contrario, si cerca di deprimere ulteriormente gli asfittici consumi scatenando gli sceriffi del fisco a caccia di proprietari di auto di grossa cilindrata, operando blitz (vedi Cortina) degni di uno stato poliziesco e limitando l'uso del proprio contante.

Tornando alla Spagna, l'aliquota nominale sui redditi delle società passerà poi dal 30% attuale al 28% del 2015 sino al 25% nel 2016.

Perchè tali differenti vedute economiche tra Spagna ed Italia?
Si può dire, in sintesi, che la Spagna abbia respinto da tempo le demenziali politiche economiche europee ed abbia preferito tassare meno per lasciare, a cittadini ed imprese, più soldi a disposizione. Soldi che a loro volta verranno spesi (senza controlli fiscali o folli redditometri basati su farneticanti teorie di congruità) facendo crescere l'economia.

In Spagna credono al concetto del "soldo fa soldo", in Italia invece a quello del "pidocchio fa pidocchio".
I risultati si vedono già.