Leggerezze 31-08-2014

Governo italiano ed industriali. I risultati di 8 mesi di leggerezze.

31-08-2014

Leggerezze

Da mesi l'attenzione dei media politici e finanziari pare essere richiamata prevalentemente dallo spread, il differenziale dei titoli di stato italiani con quelli tedeschi, che si è sempre mantenuto basso.
Pochi, però, hanno rilevato che dal mese di Aprile i rendimenti dei titoli di stato decennali dei Paesi dell'euro zona hanno iniziato a rispondere in maniera differente ai mercati, quasi intraprendessero percorsi differenti e sempre più divergenti fra loro.
Un chiaro ed inequivocabile segnale che i mercati stavano facendo da tempo distinzioni precise fra Paesi affidabili ed altri divenuti chiaramente inaffidabili.
Un segnale chiaro ed inequivocabile ma per pochi e non sicuramente per il governo.

Lo stesso è capitato con le previsioni circa l'andamento del Pil italiano.
Sin da Gennaio numerosi organismi internazionali avevano previsto che il Pil avrebbe subito contrazioni per poi giungere, nel mese di Dicembre, a livelli vicini allo zero.
Eppure, ancora poche settimane fa, il governo italiano continuava a sbeffeggiare quanti prevedevano un disastro, peraltro sempre più evidente, giungendo a dichiarare che se la crescita fosse stata dello 0,4% o dello 0,8% o dell'1,5% nulla sarebbe in definitiva cambiato per la vita di tutti i giorni dei cittadini.

Altra celebre e significativa affermazione recente è stata quella del paragonare la ripresa all'estate che magari arriva un po' in ritardo ma, comunque, arriva sempre.

E che dire, poi, degli industriali che con estrema superficialità avevano avallato il bonus di 80 euro mensili invece di far destinare i fondi disponibili a ridurre Irap ed Ires per dar forza a competitività ed occupazione?
Gli stessi industriali che a Giugno hanno affermato di non essersi opposti per via delle imminenti elezioni europee, un evento politico che per loro rivestiva evidentemente la massima importanza.
Peccato, però, che un paio di giorni fa gli stessi ambienti industriali abbiano duramente stigmatizzato il bonus da loro stessi precedentemente avallato sostenendo che l'italia viva una situazione drammatica ormai priva anche di quelle flebili speranze di ripresa nutrite da molti imprenditori nel periodo pre estivo.

Il governo aveva affermato infinite volte e per mesi interi che i 10 miliardi destinati al bonus avrebbero rilanciato i consumi, speranza duramente smentita dai recenti rilievi che sottolineano la piena deflazione dell'economia.Ed ora, sprecati i 10 miliardi invece di sostenere ripresa ed occupazione con il taglio delle imposte, ignorato il debito pubblico cresciuto di ben 100 miliardi in soli 6 mesi, inizia una nuova canzonetta.

La canzonetta del Paese che cambierà direzione ed imboccherà la strada della ripresa grazie allo sblocca italia.

Leggerezze.